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Ovaio anatomia

Da dottvolpicelli

Ultimo aggiornamento 2021-12-13 10:10:05

L’ovaio è un organo pari e simmetrico situato nella cavità pelvica, all’altezza dello stretto superiore del bacino e del promontorio sacrale, lateralmente al corpo uterino e posteriormente al ligamento largo, delimitato lateralmente dalla fossetta di Krause. Quest’ultima è  una depressione della parete postero-laterale della piccola pelvi, delimitata posteriormente dall’uretere, anteriormente dall’inserzione del legamento largo, superiormente dal muscolo psoas e vasi iliaci esterni e inferiormente dall’origine dell’arteria uterina. Nel fondo della fossetta ovarica decorrono, immersi nel tessuto adiposo, i vasi e i nervi otturatori.

Ha forma di mandorla, di colorito biancastro, del peso di 5-10 gr, del diametro di 2.5 x 2.2 cm,   spessore di 1.5 cm. e con un volume di 3 cm3 . (3 ml) circa.

E’ l’organo riproduttivo femminile e come tale è deputato alla produzione degli ovociti e alla secrezione degli ormoni femminili come estradiolo e progesterone e, in minor quantità, di androgeni.

Embriologia –  le gonadi a 5 settimane (20 gg dalla fecondazione) sono strutturalmente organizzate come protuberanze  dette (creste genitali o gonadiche) e sono formate da epitelio celomatico e da una condensazione del mesenchima sottostante. Esse sono posizionate nel mesonefro, al di sopra del dotto mesonefrico. Le cellule germinali non compaiono nelle creste genitali fino alla sesta settimana. 

Le cellule germinali primitive (protogoni) compaiono alla 4a settimana tra le cellule endodermiche della parete del sacco vitellino. Le cellule germinali migrano con movimenti ameboidi sulla parete dell’intestino posteriore e arrivano all’inizio della quinta settimana alle creste genitali e alla sesta settimana le colonizzano penetrando nello stroma della corticale; successivamente i protogoni si circondano di uno strato di cellule (pre-granulosa) dando origine ai follicoli primordiali. 

Poco prima e durante l’arrivo delle cellule germinali primordiali, l’epitelio celomatico della cresta genitale prolifera, penetrando nel sottostante mesenchima e organizzando un certo numero di cordoni: i primitivi cordoni sessuali. Questi cordoni non sono differenziati ancora in maschili o femminili per questo sono detti gonade indifferenziata

Alla fine della 7° settimana la gonade primitiva può essere ancora in evoluzione maschile o femminile ma in assenza di TDF (Tests Determining Factor) la gonade evolve in senso femminile.
Nel corso dell’8a settimana  le cellule germinali primitive (protogoni) si moltiplicano per mitosi e, nella femmina, si trasformano in ovogoni. Gli ovogoni sono cellule diploidi, quindi con 46 cromosomi, che si moltiplicano dividendosi mitoticamente. Verso l’11a settimana gli ovogoni si suddividono mediante meiosi in ovociti, dotati di corredo cromosomico dimezzato a 33 cromosomi. A questo punto di sviluppo il processo si arresta per ricominciare alla pubertà. 

L’ovaio nel corso della vita intrauterina si sposta dalla sua posizione originaria a lato dell’abbozzo renale nel mesonefro per scendere nella pelvi. Si tratta in realtà di uno pseudo spostamento perchè l’embrione si allunga in senso verticale mentre l’ovaio resta fermo perchè bloccato nella sia posizione dal gubernaculum. Il gubernaculum è una formazione cordoniforme fibrosa che deriva dalla porzione più caudale della cresta genitale, che darà origine al legamento utero ovarico e al legamento rotondo. Il tratto più craniale di questo cordone darà origine al legamento sospensore dell’ovaio.

In presenza delle ovaie i dotti di Wolff regrediscono mentre quelli di Muller si sviluppano dando origine all’apparato genitale femminile. 

Mezzi di fissità dell’ovaio – l’ovaio è molto mobile e può oscillare in alto ed in basso essendo fissato in alto e lateralmente da ligamenti dotati di una certa elasticità e non avendo alcun legamento che lo fissano in basso.

  1. mesovaio –  sottile plicatura della pagina posteriore del ligamento largo  che raggiunge il margine anteriore dell’ovaio; in esso decorrono vasi e nervi diretti all’ovaio.
  2. ligamento utero-ovarico (o ligamento proprio dell’ovaio): unisce il polo inferiore dell’ovaio all’angolo supero-laterale dell’utero; costituito da connettivo e cellule muscolari lisce, decorre nello spessore del legamento largo da cui solleva la pagina posteriore determinando la formazione della cosiddetta ala posteriore.
  3. leg. tubo-ovarico –  non rappresenta un vero mezzo di fissità; esso unisce il polo superiore dell’ovaio alla superficie esterna del padiglione della tuba uterina, in corrispondenza della fimbria ovarica.
  4. legamento sospensore dell’ovaio (detto infundibolo pelvico) costituito da una piega peritoneale  connessa alla porzione superiore della faccia laterale dell’ovaio; contiene fibre connettivali e muscolari lisce, arteria ovarica, vene ovariche e nervi ovarici; termina nella fascia del muscolo grande psoas.


Anatomia topografica dell’ovaio – In genere l’ovaio è sospeso sopra lo scavo del Douglas all’altezza dello stretto superiore del bacino e del promontorio sacrale, in una fossetta cellulo-adiposa (fossetta ovarica di Waldeyer) la cui parete posteriore è creata dalla biforcazione dell’a. iliaca comune e dall’uretere, anteriormente dall’inserzione del legamento largo alla fascia del m. otturatore interno ed in alto dai vasi iliaci esterni i quali separano la fossetta ovarica dal m. grande psoas ed in basso dalla porzione iniziale dell’a. uterina e a. ombelicale isolate o riunite in un tronco comune; perciò la fossetta ovarica costituisce un importante punto di repere per la legatura dell’a. uterina all’origine nei casi emorragia uterina inarrestabile.

Nello strato cellulo-adiposo di base della fossetta di Waldeyer decorrono il nervo ed i vasi otturatori e questo spiega l’irradiazione agli arti inferiori del dolore provocato dalle annessiti.

Nella pluripara l’ovaio può dislocarsi più in basso ed occupare una fossetta chiamata del Claudius che poggia sopra il m. piriforme, i vasi ipogastrici ed i nervi glutei superiori. Per questa via di comunicazione fra il bacino e la regione glutea può discendere l’ovaio nei rari casi di ernia ischiatica dell’ovaio.

Il margine anteriore dell’ovaio (margine mesovarico) è aderente alla faccia posteriore del leg. largo, a cui è connesso dal mesovaio,  e attraverso di esso passano i vasi ed i nervi penetrano nell’ovaio e perciò è chiamato ilo dell’ovaio. Il margine posteriore dell’ovaio è libero in tutta la sua estensione ed è in rapporto con l’intestino tenue. 

ARTERIA OVARICA: L’ovaio ha una duplice fonte di irrorazione: l’arteria genitale (ovarica) e il ramo ovarico dell’arteria uterina; entrambi i vasi si anastomizzano all’interno del lig. utero-ovarico.  L’a. ovarica propriamente detta origina dall’aorta addominale, a livello della IIa vertebra lombare, discende dalla regione lombare verso il margine laterale del lig. largo e raggiunge l’ovaio sul polo supero-laterale avvolta in un prolungamento peritoneale dello stesso lig. largo (infundibolo pelvico o legamento sospensore dell’ovaio)L’a. ovarica penetra nell’ovaio attraverso il mesovario e, a livello dell’ilo ovarico penetra nell’ovaio dopo aver fornito un secondo ramo tubarico che decorre orizzontalmente nel leg. largo al di sotto del mesosalpinge dove si anastomizza a pieno lume con l’omologo ramo proveniente dall’a. uterina nel ligamento utero-ovarico. Nel mesosalpinge si forma quindi una doppia irrorazione: una superiore sotto il margine tubarico ed una inferiore sotto il margine inferiore mesosalpingeo. Numerose anastomosi collegano i due tronchi arteriosi e possono complicare interventi apparentemente semplici come l’annessiectomia e la sterilizzazione tubarica.

VENE: Le vene formano un ricco plesso in corrispondenza della zona midollare, contribuendo alla costituzione del cosiddetto bulbo dell’ovaio e fanno capo medialmente alla vena uterina e lateralmente alle vene ovariche le quali sono dapprima unite in un plesso pampiniforme, che risale verso l’addome nel legamento sospensore dell’ovaio (infundibolo), poi si riducono in un tronco unico che, a destra, sbocca nella vena cava inferiore e a sinistra nella vena renale.

LINFATICI: seguono: in alto i vasi ovarici e terminano nei linfonodi aortici destri e sinistri posti in prossimità dell’origine dell’a. mesenterica inferiore. 

INNERVAZIONE: Il plesso utero-ovarico, emanazione del plesso celiaco, accompagna l’arteria genitale; fibre nervose, provenienti dal plesso pelvico, seguono il ramo ovarico dell’arteria uterina. I nervi di utero, salpingi ed ovaio provengono dal simpatico toraco-lombare e dalle fibre  parasimpatiche che fuoriescono dai fori sacrali S2-S4. Queste fibre accompagnano i vasi distrettuali e formano il plesso utero-ovarico e utero-vaginale e il plesso cervicale di Lee-Franckenhäuser. Le fibre sensitive di utero, tuba e ovaio raggiungono il midollo spinale attraverso le radici posteriori di  T10-12, L1, S2-S4.

Struttura dell’ovaio – Nell’ovaio si possono distinguere 4 regioni diverse, che sono dalla superficie all’interno: l’epitelio germinale dell’ovaio, la tonaca albuginea, la corteccia ovarica e la zona midollare. 

1) epitelio ovarico (o germinativo): ricopre la corticale è formato da uno strato di cellule cubiche (a volte cilindriche o piatte).

2) Tonaca albuginea – Al di sotto dell’epitelio, si trova uno strato povero di cellule e ricco di fibre collagene, chiamato tonaca albuginea o falsa albuginea, per distinguerlo dall’involucro connettivale del testicolo (albuginea vera).

3) zona corticale –  situata al di sotto dell’epitelio ovarico, ha uno spessore variabile tra 2 e 10 mm ed è formata dallo stroma corticale, un connettivo particolare dotato di una notevole capacità di adattamento funzionale; nello stroma corticale sono contenuti i follicoli oofori e i corpi lutei in vari stadi di evoluzione o di regressione.

Lo stroma corticale che circonda i follicoli è ricco di cellule simili a fibrociti, disposti a vortici, e scarse fibre collagene. Le cellule stromali danno origine alle cellule tecali follicolari che sono in grado di produrre ormoni androgeni.

4) zona midollare dell’ovaio è la regione centrale e profonda dell’ovaio in continuazione dell’ilo attraverso il quale passano i vasi sanguigni e linfatici e i nervi che si distribuiscono all’organo.

La midollare è costituita da connettivo lasso che contiene fibre elastiche e fasci di fibre muscolari lisce che accompagnano le ramificazioni delle arterie. Queste ramificazioni vascolari presentano una disposizione a spirale del tutto caratteristica (arterie a cavaturacciolo) che conferisce alla zona profonda della midollare una certa capacità di deformarsi in rapporto allo stadio di sviluppo dei follicoli situati nella corticale e a modificare la sua consistenza in rapporto allo stato di congestione delle arterie a spirale; si parla perciò di bulbo dell’ovaio. Un aumentato flusso di sangue nei vasi midollari può portare ad un aumento di volume della zona midollare e al conseguente esercitarsi di una pressione diretta verso la corticale. Questa pressione può rappresentare uno degli elementi che favoriscono lo scoppio dei follicoli maturi.
La midollare è molto ricca di fibre nervose sia colinergiche che adrenergiche; queste ultime formano una rete ben sviluppata attorno alle arterie e ai loro rami che si portano alla regione corticale.
Nella midollare sono presenti anche vasi linfatici e fessure linfatiche.
Inoltre, si riscontrano formazioni ialine con l’aspetto di corpi irregolari, che rappresentano residui di un processo di degenerazione della parete dei vasi ovarici; queste formazioni sono dette corpi albicanti vascolari.
La rete ovarii è omologa della rete testis del testicolo e si presenta sotto forma di canalicoli la cui parete è costituita da un epitelio cubico o cilindrico pluristratificato.
Nella zona dell’ilo, infine, sono presenti le cellule dell’ilo che sono ritenute responsabili della produzione di androgeni; esse hanno aspetto allungato con grosso nucleo e citoplasma acidofilo (ricordano le cellule di Leydig del testicolo).

L’ovaio ha una duplice funzione: steroidogenesi e gametogenesi.

References:

  1. Anatomia del Gray;   Zanichelli, 4ª edizione italiana, ISBN 88-08-17710-6
  2. Trattato di anatomia umana, Edi. Ermes, 4ª Edizione, ISBN 88-7051-285-1
  3. . Frank H. Netter, Atlante di anatomia umana, terza edizione, Elsevier Masson, 2007. ISBN 978-88-214-2976-7
  4. L. Testut e A. Latarjet, Trattato di Anatomia Umana, UTET, Torino, 1966,Vol VI: 503-556.
  5. P. Kamina, Anatomia Ginecologica e Ostetrica, Marrapese Editore – DEMI – Roma, 1975, 437-457

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6 commenti

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