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Infarto acuto del miocardio terapia

Management of acute myocardial infarction

Da dottvolpicelli

Trattare un infarto del miocardio significa ripristinare al più presto possibile il flusso sanguigno al muscolo cardiaco colpito, ridurre il dolore, limitare il più possibile le dimensioni della zona infartuata, prevenire/trattare le aritmie e lo scompenso cardiaco. Ciò può avvenire in vari modi, dai farmaci alla chirurgia.

Ossigeno: 2-4 l/min per mantenere una saturazione di O2 >90%.

Defibrillazione e rianimazione cardiopolmonare

Farmaci

  • Farmaci antiaggreganti piastrinici, trombolitici, anticoagulanti, nitroglicerina e ß-bloccanti
    • Antiaggregante piastrinico, aspirina: 150 mg subito dopo l’infarto continuando con 100-200 mg/die -Cardioaspirina® cpr 100 mg-
    • Trombolitici: negli IMA con sovraslivellamento del tratto ST ed onda Q anomala occorre instituire una precoce terapia trombolitica con streptochinasi o attivatore tissutale del plasminogeno (tPA). Questi farmaci possono ridurre o contenere le dimensioni dell’infarto. I pazienti che ricevono maggiori benefici da questo trattamento sono quelli trattati entro 3 ore dalla comparsa dei sintomi. le complicanze sono: emorragia, aritmie da riperfusione e, nel caso della streptokinasi, reazioni allergiche.
    • Anticoagulanti, Eparina (Trombolisin®): 5.000 UI in bolo subito seguita da  1.000 UI/ora in infusione ev continua in associazione al trombolitico.
    • Nitroglicerina: ha un’azione antidolorifica e vasodilatatrice. Compresse sublinguali 0.3-0.6 mg. Complicanze possibili: cefalea e tachicardia.
    • Betabloccanti: Hanno tutti proprietà antianginose.  Acebutololo Cloridrato (es. Prent®, Sectral® cpr 200 mg): si raccomanda di assumere una compressa da 200 mg di farmaco, preferibilmente prima di colazione. È possibile aumentare gradatamente il dosaggio fino ad un massimo di 400 mg al dì. Metoprololo tartrato (Seloken® cpr 100 mg). Propanololo (Inderal® cpr 100 mg):  200-2540 mg al giorno, possibilmente frazionati in 3-4 dosi durante le 24 ore. Controindicazioni: broncospasmo e blocco A-V. Effetti collaterali: broncospasmo, astenia, depressione ventricolare sx.

Il trattamento iniziale di un IMA senza sovraslivellamento del tratto ST (IMA non Q) è diverso. La terapia trombolitica non deve essere effettuata. Iniziare con ASA ed eparina a basso peso molecolare (enoxaparina 1 mg/Kg sc ogni 12 ore) o eparina ev (60 UI/Kg seguita da 12 UI/Kg/ora e quindi aggiustata per mantenere PTT pari a 2 volte i valori normali). Quindi ß-bloccanti e nitroglicerina.

Si raccomanda di protrarre la terapia per almeno 2-3 anni, per tutti i pazienti a rischio di infarto al miocardio o con storia pregressa. Alcuni betabloccanti sono in grado di ridurre il rischio di ricadute. Non interrompere la terapia improvvisamente: un comportamento simile potrebbe aggravare le condizioni e favorire un ulteriore episodio di infarto del miocardio.

In caso di ipotensione, scompenso cardiaco non controllato, bradiaritmia e patologie ostruttive delle vie aeree, i betabloccanti non sono consigliati dopo un infarto al miocardio. In sostituzione dei betabloccanti, si consiglia di assumere un calcio-antagonista

  •  Calcio-antagonisti: Verapamil (Isoptin® cpr 40, 80, 120 e 240 mg): il farmaco appartiene alla classe dei  è indicato in caso di Insufficienza coronarica acuta e cronica. Trattamento dei postumi dell’infarto miocardico. Aritmie ipercinetiche sopraventricolari come tachicardia parossistica sopraventricolare, fibrillazione e flutter atriali a risposta ventricolare rapida, extrasistolie.  Nel contesto dell’infarto miocardico, iniziare la terapia con una dose di 180 mg, da assumere per via orale, prima di andare a letto. E’  controindicato se la funzione ventricolare sinistra è compromessa.
  • ACE-inibitori: (Ramipril: Triatec cpr 5 mg, 10 mg; Zestril cpr 20 mg)) utilizzare in terapia per la prevenzione di ricadute di infarto al miocardio, anche nei pazienti in cui la funzione ventricolare sinistra risulta compromessa
  • Farmaci antidolorifici: il farmaco antidolorifico più comune somministrato durante la cura dell’infarto è la morfina.

Angioplastica coronarica

Si pratica mediante un catetere inserito attraverso l’arteria femorale. Viene praticata una dilatazione meccanica dell’a. coronarica ostruita e posizionamento di uno stent nel sito dell’ostruzione per mantenere l’arteria aperta e con diametro adeguato.  Deve essere praticata con urgenza, il più precocemente possibile.

Bypass con innesto dell’arteria coronaria

Le persone che hanno gravi ostruzioni delle arterie coronarie possono sottoporsi a un bypass aortocoronarico. Questo intervento è spesso chiamato intervento a cuore aperto, intervento di bypass

Il CABG prevede l’utilizzo di un vaso sanguigno proveniente da un’altra parte del corpo (solitamente il torace, il braccio o la gamba) per creare una deviazione per il sangue. Questo reindirizza il sangue attorno a una o più sezioni di arterie bloccate e porta il sangue al muscolo cardiaco.

DIETA – La dieta da seguire dopo un infarto o un intervento di angioplastica coronarica deve essre leggera e contribuire a mantenere ottimale la pressione arteriosa e i livelli di colesterolemia. È necessario limitare il sale (la dose massima consentita è di meno di 5 grammi al giorno, corrispondenti a circa un cucchiaino), evitando alimenti come patatine, cracker confezionati, insaccati e carni lavorate. È importante, inoltre, ridurre il consumo di grassi animali, carni rosse, cibi fritti, dolci e bevande zuccherine. Da limitare anche gli stimolanti come caffè, tè, bevande energetiche.

Possono essere consumati nelle dosi appropriate verdure crude e cotte, legumi, cereali, frutta fresca e secca, proteine magre: pollame e pesce ad alto contenuto di acidi grassi omega-3, come il pesce azzurro (sgombro, merluzzo, alici, sardine), latte, yoghurt e formaggi magri, olio extravergine di oliva.

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