Il carcinoma lobulare in situ (LCIS), detto anche intralobulare, è una precancerosi: le cellule tumorali si sviluppano all’interno dei lobuli e rimangono “in situ” cioè non si estendono al di fuori del lobulo nel tessuto circostante o in altre parti del corpo. Questa caratteristica rende la prognosi del LCIS molto buona. Questa neoplasia è caratterizzata da proliferazione in più del 50% di elementi cellulari con pleomorfismo, ampio citoplasma talora apocrino, nucleoli evidenti, scarsa coesione cellulare, può essere presente comedonecrosi, presenza talora di microcalcificazioni. Dimostra un’ampia variabilità nella positività/negatività dei fattori prognostici (estrogeni, progesterone), elevato indice di proliferazione (Ki67) ed overespressione dell’oncogene HER2, presenza di mutazione della p53, e laddove presente la differenziazione apocrina può esserci la positività dei recettori per gli androgeni. Ha caratteristiche molecolari tipo instabilità o perdita cromosomica 16q.

Il LCIS è più frequente tra i 40-50 anni, nel 40-85% dei casi è multicentrico e nel 30% dei casi può essere bilaterale.  Si associa alla presenza di un tumore invasivo nel 5% delle pazienti.
La diagnosi di LCIS aumenta da 7 fino a 10 volte il rischio di un successivo tumore invasivo che quasi sempre è un carcinoma duttale invasivo.

 

Sintomatologia:  nella maggior parte dei casi il LCIS è asintomatico e la sua diagnosi è casuale.

Diagnostica: Il LCIS non si distingue alla mammografia perciò la sua diagnosi è sempre occasionale, nel caso in cui si associa ad altre patologie del seno che richiedono un intervento chirurgico.

Trattamento: La terapia attualmente raccomandata può prevedere la  rimozione chirurgica (nodulectomia, quadrantectomia) seguita da controlli clinici periodici  insieme ad una mammografia all’anno.

Terapia medica: I benefici della terapia endocrina (tamoxifene. inibitori dell’aromatasi) nel LCIS sono molto meno consistenti che nei tumori invasivi. Il Tamoxifene (Nolvadex® cpr 20 mg) blocca i recettori ormonali a cui si legano gli estrogeni che stimolano le cellule tumorali a crescere. Viene prescritto sia alle pazienti in premenopausa che a quelle in menopausa. La durata del trattamento è di  3-5 anni. 
Exemestane®, Aromasin®  sono inibitori non steroidei dell’aromatasi, agiscono  bloccando la produzione  degli estrogeni al di fuori delle ovaie (surrene).    In menopausa le ovaie non producono più estrogeni; l’enzima aromatasi trasforma gli androgeni, prodotti dalle ghiandole surrenali, in estrogeni. L’aromatasi si trova in vari tessuti, in particolare nelle cellule del tessuto grasso.

Devono essere prescritti solo in donne in menopausa naturale o chirurgica. Possono infatti stimolare la produzione ovarica di ormoni femminili se le ovaie non hanno ancora smesso completamente di funzionare. Possono essere prescritti anche in pre-menopausa se associati agli analoghi del GN-RH (Decapeptyl® fl im 3,65 mg) somministrati in formula depot una volta al mese.