Il diabete mellito è una patologia cronica, caratterizzata da iperglicemia a sua volta causata da una ridotta secrezione di insulina e/o insulino-resistenza.
Le cause più comuni del diabete mellito II (T2DM) e dell‘insulino-resistenza sono diverse, ma derivano da una combinazione di predisposizione familiare, alimentazione scorretta e sedentarietà. L’esercizio fisico perciò rientra fra i presidi fondamentali per la terapia del T2DM.
L’attività fisica raccomandata ai pazienti diabetici è sempre di tipo aerobico; essa esercita la sua azione mediante diversi meccanismi:
1) contrasta l’insulino-resistenza: a livello muscolare favorendo il complesso insulina-recettore a promuovere l’esocitosi dei trasportatori del glucosio GLUT-4.
2) migliora la glicogenosintesi epatica e muscolare ad opera della glicogeno-sintasi e glicosil-4-6-transferasi con relativa diminuzione dell’iperglicemia
3) aumenta la percentuale di fibre muscolari di tipo I che sono più sensibili all’azione dell’insulina rispetto alle fibre di tipo II
4) riduzione del grasso totale (scissione dei trigliceridi in NEFA e glicerolo) ed in particolare di quello addominale “insulino-resistente”. Utilissimi a tale scopo esercizi di crunch, plank, sollevamento laterale, addominali a “V”
5) riduce i livelli sierici di trigliceridi, VLDL e LDL e incrementa HDL
6) incremento del flusso vascolare con ottimizzazione dello shear stress (τ) fisiologico (10-70 dyn/cm2; valore medio 15-20 dyn/cm2) che promuove la liberazione dall’endotelio di mediatori vasodilatatori, antitrombogeni e antiaterogeni (prostaciclina e ossido di azoto); l’ossido di azoto (NO) previene ATS (Sindrome da Arterie Tortuose) e trombosi (1,2)
Organizzazione di un seduta di fitness – prevede in generale:
- Fase di riscaldamento: 5-10 minuti di attività aerobica a bassa intensità per preparare il cuore, il muscolo scheletrico ed i polmoni ad un progressivo incremento dell’esercizio.
- Stretching muscolare dolce per 5-10 minuti
- Attività fisica programmata
- Defaticamento: 5-10 minuti per riportare gradualmente la frequenza cardiaca a livelli basali.
Attività fisica consigliata: esercizi aerobici; infatti il glucosio viene completamente utilizzato in presenza di ossigeno, fornendo molta energia sotto forma di ATP. Con gli esercizi anaerobici i muscoli prima bruciano il glucosio, poi i grassi, ma quando l’ossigeno non basta più, si utilizzano le riserve del fegato e muscoli. L’energia si consuma velocemente e compare affaticamento da acido lattico.
Cammina, cammina, cammina……………. cominciamo a camminare di più ed a non utilizzare l’ascensore. Quando si cammina occorre farlo con ritmo regolare, senza strappi o accelerazioni, respirando profondamente e regolarmente.
È consigliabile iniziare con 15 minuti di camminata al giorno, aumentando di 5 minuti ogni giorno, fino ad arrivare a 1 ora di cammino giornaliero. L’ideale sarebbe farlo in un parco, in un bosco o in una zona alberata.
Precauzioni durante gli esercizi
- Visita cardiologica ed ECG da sforzo
- misurazione estemporanea della glicemia prima e dopo (rischio di ipoglicemia, soprattutto se in terapia con insulina)
- Se possibile programmare l’attività fisica lontano dalle iniezioni di insulina.
- Disporre di cibi contenenti carboidrati a basso, medio ed alto indice glicemico durante e dopo l’esercizio.
- Iniziare gradualmente, senza strafare, e aumentare ogni giorno con lentissima gradualità; l’importante è perseverare!!!
- Uso di apposite suolette areate o di silica e gel e di calzini di poliestere o cotone-poliestere per tenere il piede asciutto e minimizzare i traumi
- Bracciale di identificazione visibile durante l’esercizio
- Adeguata idratazione prima dell’esercizio, durante e dopo.
- Esercizi ad elevata resistenza con i pesi possono essere accettati in soggetti giovani, ma non in soggetti anziani o con lunga durata di diabete.
- Durante l’esercizio fisico, le pulsazioni non devono mai superare i 140 battiti al minuto nei soggetti con meno di 30 anni, 130 battiti fra 30 e 50 anni e 120 battiti dopo i 50 anni.
References:
- J-J. Chiu, Effects of Disturbed Flow on Vascular Endothelium: Pathophysiological Basis and Clinical Perspectives, in Physiol. Rev., vol. 91, 2011, pp. 327-387, PMID 21248169.
- C. Cheng, Atherosclerotic Lesion Size and Vulnerability Are Determined by Patterns of Fluid Shear Stress, in Circulation, vol. 113, 2006, pp. 2744-2753, PMID 16754802.