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Corpo luteo

Da dottvolpicelli

INTRODUZIONE

Il corpo luteo (CL) è stato per la prima volta descritto da Marcello Malpighi (1628-1694) e  accuratamente studiato da Regnier de Graaf (1641-1673). E’ la formazione ovarica che origina dall’evoluzione del follicolo dopo lo scoppio ovulatorio. L’ovulazione fisiologica, visibile alla scansione ecografica, corrisponde alla deiscenza del liquido follicolare, dell’ovocita, della  zona  pellucida,  della  corona radiata e di un numero  considerevole  di  cellule  del  cumulus ooforo

Possono verificarsi anomalie dell’ovulazione come la cosiddetta LUF-Syndrome (Luteinized Unrupted Follicle Syndrome) in cui non avviene lo scoppio del follicolo che va incontro a luteinizzazione con  all’interno il suo ovocita dotato di buone caratteristice morfologiche e un buon indice di fecondazione e cleavage in vitro. Altre volte il follicolo matura  e scoppia normalmente ma si presenta vuoto, senza ovocita (Empty Follicle). Altre volte ancora il follicolo, normalmente maturo e scoppiato, non espelle l’ovocita per problemi meccanici e/o flogistici (1).

ASPETTO  MACROSCOPICO DEL CORPO LUTEO:

L’aspetto  macroscopico  del corpo luteo maturo non è  sempre  lo  stesso  e  nemmeno  le  sue dimensioni che variano dai 10 ai 20 mm di diametro. All’osservazione laparascopica il corpo luteo (CL) appare come una fomazione rotondeggiante, raggrinzita e festonata, cistica, che talvolta assume un aspetto polipoide.  Il suo colore  roseo-giallastro  sembra  luccicare  attraverso  l’epitelio ovarico che lo ricopre.  In altri casi, il corpo luteo può trovarsi qualche centimetro al di sotto della superficie ovarica ed essere rilevabile solo  mediante  la  sezione dell’ovaio.  La  cavità  può  essere  piccola  con   un   modesto contenuto liquido, o può presentarsi molto ampia e distesa con un liquido giallastro  (inclusioni lipidiche) dal quale deriva il nome: “corpo giallo”.

Il corpo luteo presenta 4  stadi di    sviluppo:    

1.   proliferazione
2.   vascolarizzazione
3.   maturazione 
4.   regressione

  1. Stadio proliferativo: Nello   stadio proliferativo, quando il follicolo  maturo  di  Graaf  si  rompe, vengono liberati l’ovocita, il liquido follicolare ed  una  parte considerevole della granulosa circostante. Le  pareti  collassate del follicolo svuotato formano convoluzioni attorno  alla  cavità ripiena di sangue. Le cellule  della  parete  follicolare, sia della granulosa che tecali,  iniziano  la  trasformazione strutturale e funzionale in cellule  luteiniche.

2. Stadio di vascolarizzazione: inizialmente sono presenti numerose ampie lacune contenenti sangue stravasato  ma    nessun  vaso  sanguigno essendone sprovvisto il follicolo nella porzione contenente le cellule della granulosa a loro volta ben separate da una membrana basale dalla zona tecale ben irrorata da una vasta rete sinusoidale  (1). Dopo l’iniziale emorragia, i  gettoni  endoteliali provenienti  dai  vasi tecali,  penetrano  nella granulosa e nella cavità emorragica del follicolo nelle  48-72  ore  successive  all’ovulazione. Di  norma  è presente un anello ben evidente di vascolarizzazione che segue il percorso della struttura vasale che circondava il primo follicolo pre-ovulatorio e che diventa ancora più evidente con il progredire della maturazione del corpo luteo. All’esame Energy doppler, è possibile mettere in evidenza il caratteristico “anello di fuoco”, e l’esame Doppler rivela un flusso diastolico predominante; non si osserva vascolarizzazione endocistica (2). L’aspetto ad “anello di fuoco” è secondario all’aumentata vascolarizzazione periferica e risulta un segno aspecifico, poiché può esser visto allo stesso modo in un follicolo del Graaf maturo.

  3. Stadio di maturazione:  4  giorni  dopo l’ovulazione, le cellule del corpo luteo hanno raggiunto la  loro massime dimensione ed hanno completato la loro trasformazione  in cellule luteiniche.  Se è presente una cavità centrale, si distingue uno strato  di  tessuto  connettivo ben distinto che contorna tipicamente la cavità del corpo  luteo. In assenza di cavità  centrale,  al  centro  del  corpo  luteo  è generalmente presente una sottile linea iperecogena da riferire alla coagulazione dello stravaso ematico tecale.

Corpus albicans istologia

4. Stadio di regressione: durante la luteolisi si verificano due eventi strettamente correlati: la perdita della capacità di sintetizzare e secernere progesterone (49) e le variazioni involutive fino alla morte delle cellule che compongono il corpo luteo (50). Al 23º giorno del  ciclo  mestruale   nel corpo luteo  compaiono  i  fenomeni  involutivi   caratterizzati dalla connettivizzazione del coagulo  centrale, rimozione del  pigmento  ematico da parte dei leucociti, degenerazione   grassa e fibrosi dellle cellule parietali ed infine   dalla ialinizzazione della  zona  luteinica  con  aumento  del  tessuto cicatriziale all’interno della cavità. Il rilascio di PGF2α luteale costituisce il “drilling” della luteolisi. Infatti  le variazioni involutive della cellule luteiniche  diventano evidenti 24-36 ore dopo l’esposizione a PGF2α (57). Questa prostaglandina agisce essenzialmente provocando intensa vasocostrizione  mediante sovraespressione di endotelina-1 e conseguente ipotrofia, ipossia e mortedelle cellule luteiniche (51-56). Inoltre la PGF2α attiva la Fosfolipasi C che catalizza l’idrolisi del fosfatidilinositolo e la liberazione del Ca+ dal reticolo endoplasmatico libero con effetto demolitivo sulla membrana cellulare ed apoptosi delle cellule luteiniche (71).

Il colore giallastro  può persistere a lungo anche per molti mesi, ma infine  scompare.  Il prodotto  finale  è  il  corpus  albicans  che  appare  come  una struttura biancastra, ialinizzata e convoluta che  lentamente  si riduce di dimensione (7).

Dal corpus albicans si distingue iI corpus fibrosum, prodotto di degenerazione delle piccole cisti funzionali (PCO), per le sue dimensioni inferiori e per la  sottile  parete  fibrosa   meno ialinizzata rispetto al corpus albicans.

Cellule immunitarie nella luteolisi: il sistema immunitario ricopre un ruolo critico nel processo  luteolitico. La splenectomia in ratti determina concentrazioni elevate di progesterone nel siero e questo effetto è invertito mediante iniezione di splenociti (58). Durante la luteolisi il CL è invaso dai macrofagi     che svolgono 4 principali funzioni: fagocitosi delle cellule in degenerazione (59-63),  degradazione della matrice extracellulare (64,65), inibizione citochine-mediata della steroidogenesi e  stimolazione della secrezione di PGF2α dal corpo luteo (66). Durante la luteolisi, i linfociti T infiltrano il corpo luteo e secernono interferone-γ (IFN-γ), che stimola la’espressione dei principali antigeni di istocompatibilità sulla superficie delle cellule luteali (67). L’interleuchina-1 (IL-1) prodotto da macrofagi, fibroblasti e cellule endoteliali (67) stimola la produzione di PGF2α da cellule coltivate luteale. Il fattore di necrosi tumorale-α (TNF-α), prodotto da macrofagi, inibisce la secrezione di progesterone basale e stimola la secrezione PGF2α (68).

 

CORPO LUTEO GRAVIDICO:

Se l’ovocita viene fecondato, il corpo luteo  non  regredisce  ma continua a svilupparsi sotto lo stmolo dell’HCG (prodotta dal sinciziotrofoblasto) divenendo considerevolmente più grande del  corpo luteo mestruale fino ad occupare talvolta un terzo o anche la metà del volume ovarico.  Ma   esiste una considerevole  variabilità di volume e consistenza fra i corpi lutei gravidici alcuni dei quali sono a struttura prevalentemente solida. Le cellule  luteiniche  sono grandi  e  di  aspetto  simile  a  mattonelle,   e   le   cellule paraluteiniche  sono  spesso  numerose.  Lo  sviluppo  massimo viene raggiunto alla 10-12ª settimana in corrispondenza con il picco dell’HCG(3-6). Alla fine della  16ª  sett. di gestazione il corpo luteo gravidico incomincia  a  regredire.  Al  termine  della   gravidanza solitamente  non  è  riscontrabile   alcuna   cavità   luteinica. Tuttavia, il corpo luteo può essere ancora riscontrabile.

Istologia del corpo luteo:  Il corpo luteo umano è composto da due tipi di cellule steroido-secernenti: le grandi cellule luteiniche o cellule luteiniche-granulosa e le piccole cellule luteiniche o cellule luteiniche-tecali (26,27). Nel follicolo le cellule della granulosa sono separate dalle cellule tecale ad opera di una membrana vasale. La granulosa sono sprovviste di vasi sanguigni presenti invece nella teca esterna ed interna. Con lo scoppio del follicolo avviene l’epulsione dell’ovocita, del liquido follicolare, cellule della corona radiata e la lacerazione dei vasi sinusoidali con invasione emorragica della cavità luteale neoformata.

La proliferazione delle cellule endoteliali sinusoidali si traduce in un’ampia rete capillare, requisito   fondamentale per lo sviluppo del corpo luteo (30, 31). La neovascolarizzazione occupa il 22% del volume totale del corpo luteo (32),  con un  flusso sanguigno di 6-10 ml/grammo/minuto di tessuto luteale  superando quello di molti altri tessuti. Inoltre, la maggior parte delle cellule luteale sono direttamente adiacenti capillari (59%) o adiacenti allo spazio interstiziale (37%) in prossimità di capillari (32). Tale giustapposizione di cellule luteale ai capillari provvede alle elevate esigenze metaboliche del corpo luteo, che consumano 2-6 volte più ossigeno per unità di peso che non il fegato, rene e cuore (33).

 Le grandi cellule luteiniche, derivanti dalle cellule della granulosa e che pertanto occupano il centro della ghiandola, sono stimolate dall’FSH a produrre estrogeni, aromatizzando i precursori androgeni  provenienti sia da produzione propria che dalle adiacenti piccole cellule luteiniche, e contribuiscono alla produzione basale di progesterone.

Le piccole cellule luteiniche, di derivazione tecale, e che occupano la zona più esterna del corpo luteo, sotto il controllo dell’LH producono progesterone ed androgeni che in parte vengono secreti in circolo ed in parte rappresentano il substrato per l’aromatasi delle grandi cellule luteiniche che li trasformano in estrogeni.

Oltre alle cellule steroidogeniche, il corpo luteo contiene cellule endoteliali, fibroblasti, periciti e cellule provenienti dal circolo ematico (26,27).


ENDOCRINOLOGIA DEL CORPO LUTEO:

Il corpo luteo si comporta come una ghiandola endocrina: secerne il progesterone ed altri ormoni necessari a predisporre l’utero  alla  gravidanza  e  a mantenere la gravidanza nei primi stadi di sviluppo ed impianto.

La secrezione del progesterone, come di tutti gli ormoni steroidei, ha come progenitore il colesterolo, sintetizzato dal fegato, indifferentemente in forma HDL o LDL che viene assorbito  per endocitosi (34) nel citoplasma delle piccole cellule luteiniche. Ogni molecola di LDL contiene circa 2500 molecole di colesterolo. Le lipoproteine nel citoplasma subiscono un processo di esterificazione ed  idrossilazione per ottenere il colesterolo libero che viene trasportato,  con l’aiuto della proteina STAR (Steroidogenic Acute Regulator) attivata dall’LH (35-37), nei mitocondri dove è metabolizzato in pregnenolone. L’alcooò sopprime l’azione della START. Il pregnenolone è poi trasportato attraverso i microtubuli nel reticolo endoplasmatico liscio  dove viene metabolizzato in progesterone (35). In condizioni di ipocolesterolemia, le cellule luteali soil sono in grado di sintetizzare colesterolo dall’acetato (38,39).

Le cellule steroidogeniche ovariche (granulosa e teca interna) nel loro citoscheletro possiedono gli enzimi necessari per la produzione di progesterone, androgeni ed estrogeni.  Nel follicolo ovarico non luteinizzato, nello stroma prevale la via biosintetica dei 5-3-β-idrossisteroidi, che porta alla produzione di androgeni ed estrogeni, ma non di progesterone, mentre la via dei 4-3-chetosteroidi predomina nel corpo luteo (7). L’HCG stimola direttamente la secrezione di progesterone da parte delle piccole cellule luteniche (derivazione tecale) attraverso l’attivazione della proteinchinasi (7). Le grandi cellule luteiniche derivano dalle cellule della granulosa, sono capaci di produrre modeste quantità di estrogeni, androgeni e contengono recettori per la  PGF . Quest’ultima stimolata dagli estrogeni sembra essere il fattore maggiormente interessato nell’azione luteolitica (7).

Numerose gravidanze si sono verificate  nonostante  la  rimozione precoce del corpo luteo.  Pratt  ha  riportato  il  proseguimento della gravidanza dopo un intervento di rimozione del corpo  luteo eseguito al 20º giorno dopo l’ultimo ciclo mestruale, od  intorno al periodo di impianto. In una serie di casi in cui il  corpo luteo era stato rimosso nella prima fase di gravidanza,  Hall  ha riportato una percentuale di aborto leggermente superiore al  20%. Egli ha ritenuto che questo  tasso  non  fosse  superiore  a quanto  atteso  dopo  qualsiasi  tipo  di  intervento  addominale condotto nel primo trimestre di gravidanza. In  un valido studio, Tulsk e Koff hanno rimosso il corpo luteo da 14 donne che avevano richiesto la sterilizzazione e l’aborto terapeutico. L’aborto spontaneo si è verificato solo in due casi; nei restanti casi, le gravidanze furono interrotte con dilatazione e raschiamento;  10 delle 14 donne hanno continuato a produrre  normali  quantità  di pregnandiolo  fino alla rimozione del feto.

Le modificazioni degenerative del corpo luteo  di  un  ciclo  non fertile   vengono    ritardate    dalla    somministrazione    di gonadotropina corionica (HCG).  Il  corpo  luteo  secerne  progesterone sotto lo stimolo dell’HCG prodotto dall’embrione; tuttavia,   subito   dopo   l’impianto,   la   placenta    umana produce quantità di progesterone  sufficiente  per mantenere  la  gravidanza.  Perciò  il   corpo   luteo,   sebbene necessario (nella specie umana) per l’impianto, non  è  richiesto per la gravidanza dopo i primi stadi.

 

Controllo dell’attività endocrina del corpo luteo: l’attività endocrina del corpo luteo è modulata mediante un controllo di tipo centrale operato dall’ipofisi e mediante un controllo di tipo locale operato da sostanze secrete dallo stesso corpo luteo.

A LIVELLO CENTRALE:

  • Azione dell’LH:

La secrezione steroidea luteale gode di un certo grado di autonomia; infatti i picchi secretori di estradiolo e progesterone non sono immediatamente preceduti da picchi di FSH o LH. Inoltre, la ghiandola luteale se espiantata e studiata in vitro continua a secernere progesterone in modo pulsatile. Tuttavia, l’importanza dell’azione di stimolo esercitata dall’LH, tramite la proteinchinasi A, a livello luteale sulla secrezione di progesterone è ampiamente provata. Infatti l’immunoneutralizzazione dell’LH nella scimmia induce un calo repentino dei livelli plasmatici di progesterone provocando rapida luteolisi. Allo stesso modo la somministrazione di antagonisti del Gn-RH nella fase luteale determina calo della produzione di progesterone, mentre la contemporanea somministrazione di HCG o HMG, consente il mantenimento della funzione luteale pure in assenza di gonadotropine endogene. Inoltre nel 1988 Veldhuis e coll. hanno dimostrato nella donna l’esistenza di una stretta correlazione tra picchi di LH e progesterone: un picco di LH precede di 10 minuti quello di progesterone

  • Azione dell’FSH sul corpo luteo:

L’azione dell’FSH in fase luteale si esplica prevalentemente a livello delle grandi cellule luteiniche stimolando l’aromatizzazione dei precursori androgeni in estrogeni; nè in vitro nè in vivo si è mai osservato alcun effetto apprezzabile dell’FSH sulla produzione di progesterone. Pertanto, l’azione dell’FSH sembra estrinsecarsi pressoché esclusivamente sulla produzione estrogenica.

  •  Azione della Prolattina sul corpo luteo:

La prolattina promuove la sintesi di specifiche proteine in diversi tessuti. L’iperprolattinemia è stata a lungo considerata un fattore causale di deficit della fase luteale (LPD) ma diversi studi effettuati su pazienti con LDP hanno rivelato anomalie significative della secrezione di HPRL. Perciò si ritiene che l’insufficiente secrezione luteale di progesterone sia da attribuire ad anomalie secretorie o strutturali delle gonadotropine (20). Altri AA. invece ritengono che a basse  concentrazioni la prolattina risulta essere luteotrofica, mentre a dosi elevati  è luteolitica (21-23).

Controllo intragonadico della secrezione ciclica di progesterone

  • Eicosanoidi:

La somministrazione intraluteale in corso di laparascopia della PGF ha azione luteolitica diretta con accorciamento della fase luteale riducendo la sensibità delle cellule luteali all’azione di LH e HCG e inibendo l’epressione della proteina STAR. Studi recenti sul corpo luteo umano precoce, utilizzanti la metodica in vitro della microdialisi, suggeriscono una funzione stimolatoria della PGF2-alfa sulla produzione di progesterone, mediata da estrogeni e ossitocina.  L’uso di inibitori della ciclo-ossigenasi, somministrati sia per via sistemica che locale, porta ad accorciamento della fase luteale.  L’apparente paradosso si spiega se si considera che la ciclo-ossigenasi catalizza la sintesi di altri autacoidi con probabile azione luteotrofica quali la PGE2, la PGI2 e la PGD2 (antiaggreganti e vasodilatatori) che  agiscono prevalentemente aumentando la quantità di cAMP e l’attivazione della proteinchinasi A (46-48).  Gli effetti apparentemente contrastanti di PGF2-α e PGE2 sulla produzione di progesterone sembrano alla base di un equilibrio biochimico locale che può sostenere la funzione luteale o contribuire alla luteolisi (7). Questi dati sono corroborati dalla dimostrazione di una caduta del rapporto PGE2/PGF2α nel tessuto luteale umano attraverso le sue diverse fasi funzionali. Gli eicosanoidi prodotti attraverso la via della lipo-ossigenasi: acido idroperossi-eicosa-tetra-enoico e acido idrossi-eicosa-tetra-enoico inibiscono la produzione di progesterone, sia basale che HCG-stimolata in cellule luteali umane in vitro.  E’ possibile quindi che la steroidogenesi luteale sia modulata localmente non solo dalle relative concentrazioni tissutali delle diverse prostaglandine, ma anche dall’equilibrio tra prodotti della ciclo e lipo-ossigenasi. la PGF dotata di azione luteolitica sembra essere quasi esclusivamente di origine ovarica mentre scarsa importanza sulla luteolisi sembra da attribuire alla la PGF di origine endometriale (24). L’azione luteolitica della  PG F  è mediata dalla protein-chinasi C, afflusso di calcio, l’attivazione di endonucleasi, e infime morte cellulare per apoptosi. In caso di gravidanza, l’azione dell’HCG contrasta gli effetti della PGF ed il corpo luteo si mantiene trofico e continua la secrezione di progesterone (24).

  •  Estrogeni:

Gli estrogeni hanno azione inibitoria sulla secrezione di progesterone dal corpo luteoAlti livelli di estrogeni in fase luteinica hanno un’azione luteolitica stimolando la secrezione dell’ossitocina e amplificando la sensibilità dei recettori  dell’ossitocina (OXT) a livello endometriale ed ovarico. Ciò spiega l’elevata percentuale di aborti nei cicli di CFM e soprattutto nelle OHSS dove i tassi di E2 sono generalmente molto alti.

Ma gli estrogeni, indirettamente, hanno anche una funzione luteotropo perchè essi, ed in particolare il 17-β-estradiolo, sono necessari per indurre la sintesi dei recettori per il progesterone (Pr). In assenza di Pr il progesterone non potrebbe mai esplicare la sua azione (25).

  •  Androgeni: 

Per quanto riguarda gli androgeni un’azione diretta di questi sulla steroidogenesi luteale non è stata finora dimostrata; purtuttavia la presenza di recettori per gli androgeni nel corpo luteo di scimmia Rhesus suggerirebbe una regolazione da parte di questi per via autocrina e/o paracrina.

  • Progesterone:

la presenza di recettori per il progesterone nelle cellule luteali suggerisce che anche il progesterone, principale ormone prodotto del corpo luteo, potrebbe agire come regolatore luteotropo, in particolare contrastando la resintesi dei recettori per gli estrogeni (25).

  •  Ossitocina:

L”ossitocina (OXT) è un ormone peptidico a 9 aminoacidi sintetizzato nei nuclei ipotalamici sopraottico e paraventricolare e trasportatao nell’ipofisi posteriore. L’azione principale dell’ossitocina è quella di indurre le contrazioni uterine tramite  la stimolazione della PGF2alfa. L’OXT è stata trovata anche nelle grandi cellule luteiniche in concentrazione maggiore rispetto a quella sierica. Inoltre, si è osservato che i livelli sierici dell’OXT calano rapidamente dopo la lutectomia ed è stata dimostrata l’espressione genica per l’ossitocina in corpi lutei umani. Tutto ciò porta a ritenere che questo mediatore sia prodotto e secreto dalle cellule luteali oltre che dalle cellule ipotalamo-ipofisarie (8,9).  Le concentrazioni tissutali di ossitocina nel corpo luteo aumentano significativamente dalla fase luteale precoce alla fase medioluteale, per poi calare nella fase luteale tardiva, in stretto parallelo con i livelli plasmatici di progesterone in modo da creare un equilibrio fra azione miorilassante del progesterone e quella contratturante dell’ossitocina.  Recenti studi in vivo sull’effetto diretto della somministrazione locale di ossitocina nel corpo luteo umano indicano un ruolo luteolitico dell’OXT, probabilmente  mediato dalla sintesi locale di PGF2α  (10,11,24).

  • Citochine e fattori di crescita

La somministrazione di interferone a donne con cicli regolari provoca una riduzione dei livelli plasmatici di progesterone senza alcun effetto sulle gonadotropine. Lo studio di colture di macrofagi o linfociti insieme a cellule della granulosa luteinizzate ha permesso di osservare come la secrezione di progesterone e di estradiolo possa essere influenzata da varie sostanze diffusibili, tra cui interferone, Interleukina-1 (IL-1) e Tumor Necrosis Factor (TNF).

Numerosi fattori di crescita sono attivati dall’azione della β-HCG. Essi sono dotati di attività mitogena e contribuiscono alla proliferazione delle cellule luteali e al mantenimento della steroidogenesi luteale con meccanismo autocrino o paracrino (28,29). Fra questi più importanti sembrano essere l’Epidermal Growth Factor (EGF), l’Insulin Like Growth Factor (IGF), e il Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF) (8).

L’Insulin Like Growth Factor (IGF)  esplica la sua azione luteotropa inibendo la morte cellulare,   e stimolando i recettori dell’insulina a livello del corpo luteo  (40-44).

Il GH invece agisce stimolando la tirosin-chinasi (JAK 2) e consentendo quindi la fosforilazione delle proteine per consentire il trasferimento di fosfato da una proteina ad un’altra. Inoltre il GH aumenta l’epressione locale di prolattina e IGF-I (46).

ASPETTI ECOGRAFICI DEL CORPO LUTEO:

Con  l’ecografia  transaddominale l’ovaio  si identifica tipicamente alla sua posizione e forma, con l’ecografia transvaginale le ovaie si possono studiare molto più dettagliatamente nella loro architettura  e si possono facilmente evidenziare piccoli follicoli in via di sviluppo e il corpo luteo nella sua trasformazione (11).

L’architettura interna dell’ovaio è differenziabile  da  quella uterina  o  da  masse  del   miometrio   che   possono simulare occasionalmente l’ovaio. Le dimensioni dell’ovaio possono variare significativamente in relazione all’età. Ovaie di 3-4 cm di lunghezza  possono  essere  evidenziate  nelle donne con  ciclo mestruale normale e, se di morfologia  regolare, possono essere considerate normali.Il corpo luteo può confondere anche il  più  esperto  ecografista a  causa  dell’elevata  variabilità  delle  sue   caratteristiche ecografiche; esso può,  infatti,  mimare  molte  delle  patologie ovariche. Le naturali evoluzione ed involuzione del  corpo  luteo implicano  significativi  cambiamenti   macroscopici   facilmente rilevabili con l’ecografia transvaginale.  Dopo  l’ovulazione  la parete  follicolare  diventa  irregolare  e  il   follicolo   “si sgonfia” in meno di 1 minuto.  Si osserva un  iniziale  rapido  rilascio  di liquido seguito da un  successivo  lento  rilascio  in 30′ circa. Entro   1   ora dall’ovulazione si sviluppa un corpo emorragico.  La combinazione di sangue  coagulato  e  di  contenuto  liquido  può apparire  come  un’area  ecogena   frastagliata   ed   irregolare all’interno di una grande cisti con aspetto sferico, multiloculare che  si  estende  attraverso  la  superficie  ovarica  oppure  può apparire come sottilissimi setti che attraversano la cisti. Per  confermare  la  diagnosi potrebbe essere necessario eseguire una seconda ecografia durante la fase follicolare del ciclo  mestruale  successivo,  quando  la struttura sotto esame dovrebbe essersi ridotta di dimensioni.  Il corpo luteo di recente formazione solitamente appare come  una struttura ipoecogena con una parete irregolare  e  può  contenere alcuni echi interni corrispondenti alla parte emorragica (12). Poiché il corpo luteo si sviluppa 4-8  giorni  dopo  l’ovulazione,  esso appare come un’area iperecogena di circa 15 mm. Tuttavia, il corpo luteo varia notevolmente in dimensioni  ed in ecogenicità. L’emorragia all’interno del corpo luteo può  simulare  una  massa solida o complessa nonostante la correlazione tra  dimensioni  del follicoli e di estradiolo durante  la  fase  follicolare (13).  non  è stata dimostrata alcuna relazione tra dimensioni del corpo  luteo e livelli di progesterone durante la  fase  luteinica  del  ciclo mestruale (14).

 La presenza di liquido libero nel peritoneo (falda liquida nel Douglas) è indice di  avvenuta ovulazione,  particolarmente  se  un  follicolo  evidenziato   in precedenza risulta collassato. Tuttavia, la  quantità  di  liquido osservato nel perineo eccede significativamente  la  quantità  di liquido realmente liberata  dalla  rottura  del  follicolo. Inoltre, le donne con  cicli  anovulatori  all’ecografia  possono presentare  livelli  di  liquido  peritoneale  sovrapponibili   a quelli delle donne con cicli ovulatori. Queste ed altre  evidenze sostengono   l’ipotesi   che   il   liquido   peritoneale   derivi prevalentemente  da  secrezioni  ovariche  sotto   il   controllo ormonale e non dal liquido follicolare (15-20).

 

ECOGRAFIA DOPPLER

L’ecografia Doppler offre  la  possibilità di studiare le modalità del flusso ematico e quindi permette di identificare le variazioni funzionali. L’ecografia  transvaginale fornisce immagini di migliore risoluzione rispetto  all’ecografia transaddominale, principalmente per la migliore conservazione del fascio ultrasonico e per l’impiego di frequenze più alte. Si era ritenuto che  l’approccio  transvaginale  dell’ecografia  Doppler potesse offrire gli  stessi  vantaggi  ottenuti  con  l’ecografia tradizionale e,  infatti,  attualmente  viene  utilizzata  questa metodica.  L’uso  del  color  Doppler  transvaginale consente posizionamenti  accurati  del  volume  campione  per  la misurazione con Doppler pulsato. Mediante l’analisi Doppler della forma  del  profilo  d’onda,  è  possibile  distinguere   l’ovaio contenente il corpo luteo attivo da un ovaio inattivo. La tecnica è di semplice uso ed i  risultati  sono  subito  disponibili.  Le alterazioni vascolari possono essere generalmente  osservate  come un’area fluttuante di colore (con il tipico aspetto semilunare) e i diversi indici (indice di resistenza,  indice  di  pulsatilità, rapporto S/D, ecc.), derivati  dalla  forma  del  profilo  d’onda della velocità di flusso, forniscono una stima quantitativa della resistenza del flusso ematico. E’ noto che la compliance arteriosa dell’ovaio  cambia  durante  i normali cicli mestruali.  Durante  la  fase  follicolare, entrambe le ovaie  presentano  allo  studio  Doppler  del  flusso sanguigno, dei profili d’onda ad alta  resistenza  con  l’assenza virtuale o la minima presenza della componente diastolica. Questi segnali di alta resistenza di ovaio inattivo  permangono  durante il ciclo. Nell’ovaio attivo è presente, al contrario, una marcata componente  diastolica  e  conseguentemente segnali a bassa resistenza con l’avvicinarsi dell’ovulazione, e  particolarmente durante la formazione del corpo luteo.  L’angiogenesi  nel  corpo luteo avviene  in  condizioni  fisiologiche  durante  ogni  ciclo mestruale ed è  funzionalmente  necessaria  per  il  mantenimento delle prime fasi della gravidanza. L’impiego  del  color  Doppler transvaginale consente il semplice e  dettagliato  riconoscimento dell’ovaio attivo contenente il corpo luteo.  Il  colore costituisce una  guida  essenziale  per  l’esplorazione  mediante Doppler pulsato di  queste  vescicole  disposte  casualmente  nel tessuto ovarico. Senza il colore con il quale viene rappresentato il flusso, l’analisi di Doppler sarebbe potenzialmente inadeguata.

 Doppler nel ciclo mestruale normale: I vasi intraovarici solitamente non sono identificabili prima dell’8º-10º giorno di un  ciclo  di  28 giorni. L’indice di resistenza risulta di circa 0.54± 0.04  fino  all’avvicinarsi  dell’ovulazione.  Il declino   della   resistenza   inizia   2   giorni    prima dell’ovulazione   e    raggiunge   il   nadir   al    momento dell’ovulazione, 0.44 ± 0.04, rimanendo a questi livelli per  4-5 giorni. Successivamente, la resistenza gradualmente risale a 0.50  ±  0.04, restando  a  livelli  inferiori  rispetto  a  quelli riscontrati durante  la  prima  fase  follicolare.

In conclusione le  modificazioni  del  flusso  sanguigno ovarico che avvengono prima dell’ovulazione, sono fenomeni  complessi e non sono solo secondari all’azione del progesterone.  Tuttavia, alcune domande sono ancora senza risposta: una  vascolarizzazione inadeguata potrebbe essere responsabile di un difetto della  fase luteinica? La mancanza di un flusso adeguato potrebbe determinare l’interruzione precoce della gravidanza e  le  modificazioni  del flusso potrebbero giocare un ruolo nell’infertilità Si sono studiate le variazioni  della  compliance arteriosa dell’ovaio durante il ciclo  mestruale  della  donna  e  correlato i riscontri ecografici con i  livelli  di  ormoni circolanti. Nell’ovaio attivo con un follicolo  dominante o un corpo luteo, il PI nella  prima  fase  follicolare  (6.97 ±  2.01) è risultato significativamente più elevato rispetto  al  PI della fase tardiva  (2.36 ±  0.31), ed il PI nella fase  luteinica precoce (0.68 ±  0.09) è risultato significativamente più  basso  rispetto al PI della fase follicolare  tardiva.  Nell’ultima  parte  della fase luteinica il PI diventava significativamente superiore (0.93 ±  0.16) rispetto al PI della fase luteinica precoce. Nell’ovaio  inattivo senza un follicolo o corpo luteo non  è  stata  osservata  alcuna variazione nei valori di  PI  durante  il  ciclo  mestruale. I valori di PI dell’ovaio attivo erano correlati con i livelli di progesterone sierico ma non  con  i  livelli  di estradiolo.

Doppler del corpo luteo nelle prime fasi della gravidanza

Nel corpo luteo, durante il primo trimestre  della  gravidanza  è possibile rilevare un flusso sanguigno  a  bassissima  resistenza. E’ stato  ipotizzato  che  questo mancato evento possa contribuire alle patologie del Iº trimestre. Nelle gravidanze normali, l’RI e il PI medi  del  flusso sanguigno  del  corpo  luteo  non  sono  risultati   condizionati dall’epoca di gestazione

L’RI medio nel flusso sanguigno del corpo luteo nelle p/ti con  aborto interno o altre patologie è superiore rispetto alle donne con gravidanza  normale (p<0.01).

Flussimetria nei cicli PMA: il flusso ovarico è correlato al numero di follicoli (> 15mm) presenti in ogni ovaio stimolato.  L’indice  di  pulsatilità  dell’arteria  ovarica   e   dei   vasi intraovarici diminuisce con l’aumentare del numero di  follicoli. Recentemente è stato dimostrato che, durante i  cicli  stimolati, il  flusso  intraovarico  è  correlato  ai  livelli  sierici   di estradiolo.

Durante  la  fase  luteinica  dei cicli stimolati si formano numerosi corpi lutei il cui aspetto  è facilmente   osservabili   mediante   ecografia    transvaginale.  Utilizzando le immagini del  color  Doppler  siamo  in  grado  di identificare numerosi vasi sanguigni introno la corpo  luteo.  Lo studio Doppler di questi vasi mostra una bassissima resistenza al flusso durante i primi stadi della fase luteinica. Quando non si verifica la gravidanza,  la  ricca  vascolarizzazione  del  corpo luteo  gradualmente  scompare  e  la   sua   resistenza   aumenta progressivamente  durante  la  fase  luteinica  tardiva.  Tuttavia, in caso di gravidanza, il corpo luteo mantiene  la  sua vascolarizzazione  e  la  resistenza  al  flusso  rimane   bassa. E’ possibile identificare le donne  che  non resteranno gravide: nessuna p/te in cui  è stata ottenuta la gravidanza aveva un RI superiore a 0.5  durante la seconda metà della fase luteinica.  Tuttavia,  il  corpo luteo può  restare  riccamente  vascolarizzato  durante  la  fase luteinica  tardiva   per   altre   ragioni   (per   esempio   per iperstimolazione delle ovaie).

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14 commenti

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